Quando nasce una mamma…

Nell’opinione comune quando si parla di maternità, abbondano pensieri esclusivamente positivi, di serenità, di figli attesi, di gioia e lietezza che nei secoli hanno contribuito a creare il termine “stato interessante” per definire la condizione di gravidanza. Ma se ci soffermiamo bene su ciò che avviene in una donna in attesa, comprenderemo anche l’ambivalenza che ella porta con sè.

In qualsiasi modo avvenga il concepimento, la gestazione è un’esperienza esclusivamente femminile, sia fisicamente che psichicamente. Il bambino infatti si impianta nello spazio interno della madre modificandone il suo corpo e il suo spazio mentale inconscio, prendendo forma dalle sue fantasie, influenzando la sua realtà psichica e, contemporaneamente, essendone influenzato. Ella deve condividere il suo corpo con un altro essere vivente che non la lascia più sola e modifica tutte le sue abitudini (il sonno, l’alimentazione, il lavoro, l’igiene…) e anche le sue caratteristiche fisiche e cognitive (struttura delle unghie e dei capelli, colorito e tipologia della pelle, temperatura, lassità dei legamenti, memoria, gusto e olfatto…).

In realtà anche le gravidanze più cercate e desiderate portano con sè una certa dose di sentimenti ambivalenti: mettere al mondo un figlio significa anche perdere la propria vecchia vita con tutti i timori, le ansie e la confusione che la nuova situazione comporta. Spesso tali emozioni di confusione vengono negati dalla donna in attesa che sembra essere obbligata dalla società a reprimere ogni sentimento negativo per mantenere uno stato idealizzato di beatitudine che, la cultura che aleggia intorno alla gravidanza, ci sollecita a vivere. Ecco che il sogno, particolarmente vivido e frequente nella donna in attesa, si pone come espressione simbolica di angosce e conflitti che possono essere inconsciamente elaborati e risolti.  Inoltre, nel corso di una gravidanza si rimettono in gioco sentimenti inconsci che legano la futura mamma a sua madre in una sorta di matrioska russa che racchiude madri e figlie una dentro l’altra. Se i conflitti interiori non sono risolti, questo può riattivare una sorta di ambivalenza di emozioni di odio e di amore fra la madre in attesa e la madre interiorizzata. Ecco perchè in gravidanza è importante riflettere sui propri sentimenti (mai sbagliati!) e poter condividere le proprie emozioni e i propri vissuti con lo psicologo e con altre mamme in attesa nei corsi di preparazione alla nascita.

Dott.ssa GIORGIA GIOTTI, psicologa