Quando nasce un padre…

Negli ultimi anni, la perinatalità ha progressivamente cominciato a includere anche il padre nella tematica dell’attesa e della connessa genitorialità. A differenza dell’uomo, la donna in attesa è fin dal primo periodo della gravidanza più consapevole di quello che le sta accadendo. Basti pensare a tutti i primi sintomi fisici del primo trimestre che la inondano di conferme sul fatto che non sarà più la stessa (alcune donne, addirittura, si accorgono dell’avvenuto concepimento prima di fare il test di gravidanza!). Al contrario, il padre in attesa, riesce a diventare un po’ più consapevole solo a circa metà della gravidanza quando i movimenti fetali sono maggiormente percepibili anche dall’esterno e la pancia che cresce non può più essere scambiata per qualche chilo di troppo. In tutto ciò, il futuro padre si deve dar da fare per trovare un suo spazio e per affermare il proprio contributo. Spesso i compagni possono sentirsi esclusi (e a volte lo sono) dagli amici, dai familiari, dalla gravidanza in generale e, a maggior ragione, in questo momento storico di pandemia in cui sono sempre più messi da parte anche dagli operatori sanitari. Non potendo assistere alle visite di controllo, alle ecografie, a volte al travaglio e al parto e più in generale alla degenza in ospedale della nuova coppia madre-bambino, infatti, diventa più difficoltoso il coinvolgimento emotivo esacerbando la loro posizione di perifericità.

Aspettare il primo figlio attiva emozioni intense in entrambi i futuri genitori e l’inevitabile e inconscio riesame del passato può riattivare conflitti non risolti (madri possessive e fusionali, padri autoritari o assenti, genitori adottivi, rapporti di dipendenza…) oppure consolidare la nuova relazione con i futuri nonni. Tutt’oggi la gravidanza viene considerata ancora troppo spesso come un fenomeno puramente biologico e quindi come un fatto che riguarda solo la donna e il suo corpo che si modifica ma è di fondamentale importanza coinvolgere i babbi fin dall’inizio in questo straordinario e complicato viaggio che li porterà a nascere come padri.

Dott.ssa GIORGIA GIOTTI, Psicologa